13 novembre

Sant' Omobono di Cremona Laico Patronato: Cremona, Mercanti, Lavoratori tessili, Sarti

Santo come sposo e padre, santo come lavoratore ed imprenditore, santo come cittadino: queste le doti di Sant'Omobono che vengono proposte anche a noi, oggi, uomini del nostro tempo.

Mercante medievale cremonese
Sant'Omobono condusse la sua vita tra il commercio, l'impegno politico e l'aiuto ai poveri. Ben presto divenne un cittadino molto popolare e amato. Morì un giorno d'autunno durante la Messa nella chiesa intitolata a sant'Egidio (oggi intitolata allo stesso S.Omobono), mentre recitava il Gloria.
Omobono Tucenghi, fu un uomo che, senza privilegi di nascita o prestigio di funzioni, divenne quasi leggendario per levatura e bontà dello spirito. Era un abile mercante laniero (una tra le principali attività commerciali di Cremona nel Medioevo) e molto attivo negli affari. Si sposò ed ebbe almeno due figli. Omobono e la sua famiglia accumularono ingenti patrimoni con il loro commercio, in quell'epoca di vitalità straordinaria e turbolenta, in cui tante città italiane passarono all'autogoverno.

Uomo pio e caritatevole
La sua nobiltà d'animo lo portava a usare il denaro guadagnato col commercio per la carità. Non lasciò scritti e nemmeno discorsi, ma attraverso la tradizione orale ci giunge la sua chiara disposizione nei confronti del denaro guadagnato: su di esso avevano precisi diritti i poveri. I soldi erano mezzi d'intervento per soccorrere la miseria. La sua generosità divenne proverbiale, tanto che a Cremona è rimasto il detto «Non ho mica la borsa di sant'Omobono» per rifiutare eccessive richieste di denaro.

In tempi di continue lotte intestine e conflitti tra città (Cremona, nel conflitto tra Comuni e Impero, era schierata dalla parte imperiale) si ricorse alla sua autorità per arginare la violenza. Omobono contribuì con la parola a rendere più vivibile la propria città, di cui si fece portavoce autorevole.

Quando morì, presto si diffusero notizie di miracoli da lui compiuti. Altrettanto rapidamente iniziarono pellegrinaggi alla sua tomba, che convinsero addirittura il vescovo Sicardo e una rappresentanza cittadina a rivolgersi a papa Innocenzo III, che canonizzò Omobono già il 13 gennaio 1199 con la bolla Quia pietas, nella quale lo definì pacificus vir, a meno di due anni dalla morte. Egli fu il primo laico della storia ad essere canonizzato.

Preghiera a Sant' Omobono
Caro Sant'Omobono, noi rendiamo grazie al Signore che ti ha associato, umile fedele laico, alla schiera dei Santi quale nostro Compatrono.
A otto secoli dal tuo ingresso in cielo raccogliamo in un serto fiorito la devozione che le generazioni passate ti hanno tributato e ci hanno tramandato intrecciata nella storia modenese.
Glorioso nostro Antenato, parla ancor oggi le tue parole di fede vissuta.
Tienici associati con te ai piedi del Crocifisso, perché possiamo sperimentare in ogni giornata la gioia del Vangelo sgorgante dal mistero della Croce, e sappiamo camminare nella luce dei sommi valori alla conquista dei beni che non passano.
Uomo buono di nome e di fatto effondi il profumo e la bellezza della bontà in chi t'invoca e in chi si tiene lontano.
Grande padre dei poveri, fa che i nostri cuori siano sempre più aperti alle opere di misericordia privilegiando le “nuove povertà” che offuscano le conquiste di un progresso senz'anima.
Rinnova ogni giorno più la tua protezione, fonte di concordia e di pace per la nostra Chiesa e la nostra società.
Santo nostro Vegliardo, noi ti ascoltiamo e ti parliamo. Anche tu ascoltaci e parla a noi. La tua intercessione ci ottenga l'ardore dei convertiti al Vangelo per trasmettere la civiltà dell'amore in sacra eredità. Amen. 
 
Preghiera a Sant'Omobono, patrono di Cremona
del Vescovo Dante Lafranconi

Noi ammiriamo in te i frutti della grazia battesimale giunti a piena maturazione nella tua santità.
La tua vita ci aiuta a scoprire e a riconoscere la dignità della vocazione cristiana.
Tu l’hai onorata con l’assiduità della tua preghiera, l’onestà del tuo lavoro, l’intraprendenza della tua carità, la mitezza nella vita familiare, la mansuetudine nelle relazioni sociali.
Ottienici dal Signore la grazia di rispondere pienamente alla nostra vocazione.
Tu sei un dono e un esempio per la nostra Città e la nostra Chiesa.Mentre cresceva, sotto i tuoi occhi, lo splendido edificio della Cattedrale, tu onoravi la Chiesa con lo splendore della tua santità.
Mentre in città scorreva il rumore delle armi per lo scontro di fazioni rivali tu ti prodigavi per la riconciliazione e la pace.
Insegnaci ad apprezzare e trasmettere il patrimonio della fede che ci hai lasciato in eredità.
Aiutaci ad essere cittadini onesti e buoni per edificare la convivenza civile nella giustizia e nella concordia. Amen.