21 ottobre

Beato Giuseppe Puglisi Sacerdote e martire

Venti, sessanta, cento anni, la vita. A che serve se sbagli direzione. Se vivere significa essere chiusi nell’egoismo, pensare solo a sé stessi, non alzare lo sguardo oltre i confini del proprio essere. Ciò che importa è oltrepassare le frontiere, per incontrarsi… in quelle terre di nessuno. Per affermare la dignità, la giustizia… E non dimenticare che tutti, ognuno con le proprie possibilità, anche pagando di prima persona, siamo i costruttori di un mondo nuovo.

Breve biografia
Divenuto sacerdote della Chiesa Palermitana, era ben conscio della pessima situazione della città, dilaniata dall'azione delle cosche mafiose in cui è suddivisa oltre che dalla microcriminalità, e si diede subito a operare nel tessuto sociale, particolarmente in quelli più diseredati o in cui comunque la macchia della delinquenza è più radicata, portando ovunque buoni risultati.

Attivo con speciale attenzione nella pastorale giovanile, riusciva a coinvolgere nei gruppi parrocchiali un sempre crescente numero di ragazzi togliendoli dalla strada (e quindi dalla criminalità) e mettendoli in guardia egli stesso della reale natura maligna delle organizzazioni da cui erano manovrati, oltre che dei pericoli in cui incorrevano. La sua fu una lotta aperta e dichiarata alla mafia che, sentendosi punta e minacciata da questo prete esemplare e dalla sua opera che si diffondeva rapidamente, commissionò così il suo massacro.

Pensieri di don Pino Puglisi
Il Signore sa aspettare.
  • "Nessun uomo è lontano dal Signore. Il Signore ama la libertà, non impone il suo amore. Non forza il cuore di nessuno di noi. Ogni cuore ha i suoi tempi, che neppure noi riusciamo a comprendere. Lui bussa e sta alla porta. Quando il cuore è pronto si aprirà.".
Il senso della vita.
  • "Ognuno di noi sente dentro di sé una inclinazione, un carisma. Un progetto che rende ogni uomo unico e irripetibile. Questa chiamata, questa vocazione è il segno dello Spirito Santo in noi. Solo ascoltare questa voce può dare senso alla nostra vita".
Ho fatto del mio meglio.
  • "Bisogna cercare di seguire la nostra vocazione, il nostro progetto d'amore. Ma non possiamo mai considerarci seduti al capolinea, già arrivati. Si riparte ogni volta. Dobbiamo avere umiltà, coscienza di avere accolto l'invito del Signore, camminare, poi presentare quanto è stato costruito per poter dire: sì, ho fatto del mio meglio".
Come le tessere di un mosaico.
  • "Pensiamo a quel ritratto di Gesù raffigurato nel Duomo di Monreale. Ciascuno di noi è come una tessera di questo grande mosaico. Quindi tutti quanti dobbiamo capire qual’é il nostro posto e aiutare gli altri a capire qual'è il proprio, perché si formi l'unico volto del Cristo".
Le parole e i fatti.
  • "E' importante parlare di mafia, soprattutto nelle scuole, per combattere contro la mentalità mafiosa, che è poi qualunque ideologia disposta a svendere la dignità dell'uomo per soldi. Non ci si fermi però ai cortei, alle denunce, alle proteste. Tutte queste iniziative hanno valore ma, se ci si ferma a questo livello, sono soltanto parole. E le parole devono essere confermate dai fatti".
Dio ci dà forza.
  • "L'amore per Dio purifica e libera. Ciò non vuol dire che veniamo spersonalizzati ma, anzi, la nostra personalità viene esaltata e potenziata, cioè viene data una nuova potenzialità alle nostre facoltà naturali, alla nostra intelligenza. Viene data una luce nuova alla nostra volontà".
Se ognuno fa qualcosa.
  • "Le nostre iniziative e quelle dei volontari devono essere un segno. Non è qualcosa che può trasformare Brancaccio. Questa è un'illusione che non possiamo permetterci. E' soltanto un segno per fornire altri modelli, soprattutto ai giovani. Lo facciamo per poter dire: dato che non c'è niente, noi vogliamo rimboccarci le maniche e costruire qualche cosa. E se ognuno fa qualche cosa, allora si può fare molto..."
La testimonianza che diventa martirio.
  • "Il discepolo di Cristo è un testimone. La testimonianza cristiana va incontro a difficoltà, può diventare martirio. Il passo è breve, anzi è proprio il martirio che dà valore alla testimonianza. Ricordate San Paolo: "Desidero ardentemente persino morire per essere con Cristo". Ecco, questo desiderio diventa desiderio di comunione che trascende persino la vita".
Il “Padre nostro del picciotto” di don Pino Puglisi
  • “Padrino mio e della nostra famiglia, Tu sei uomo d’onore e di valore, Il tuo nome lo devi fare rispettare e tutti quanti ti dobbiamo obbedire: quello che dici, ognuno lo deve fare perché è legge se non vuole morire. Tu ci sei Padre che ci da pane pane e lavoro e non ti tiri indietro di ripulire un po’ chi possiede perché sai che i picciotti devono mangiare. Chi sbaglia lo sappiamo, deve pagare: non perdonare, altrimenti sei infame ed è infame chi parla e fa la spia; questa è la legge di questa compagnia! Mi raccomando a Te, padrino mio, liberami dagli sbirri a dalla questura libera me e tutti i tuoi amici. E sempre sarà così”.
 
Preghiera al Beato Giuseppe Puglisi 
O Dio, nostro Padre, che per mezzo del tuo Figlio e con la potenza del tuo Spirito ci ha predestinati ad essere santi e immacolati al tuo cospetto nella carità, ascolta la nostra preghiera. Tu, che hai associato il tuo servo e fratello nostro Giuseppe Puglisi al sacerdozio del tuo Figlio divino, come annunciatore del mistero pasquale e dispensatore dei doni della salvezza, degnati di glorificarlo qui in terra, attraverso il ministero della Chiesa, come testimone dell'amore del Cristo che ha dato la sua vita per noi. Amen.