03 settembre

San Gregorio I, detto Magno

Papa e dottore della Chiesa 
(Papa dal 03/09/590 al 12/03/604) 
Patronato: Cantanti, Musicisti, Papi
 
"Narra la leggenda che Gregorio dettava a un monaco il canto nuovo; ma tra uno e l'altro canto, si appartava alquanto... E il curioso monaco, un dì, andò a scostar la tenda della stanza dell'appartamento, a veder il perché... Ed ecco, sulla spalla di Gregorio, stava una colomba bianca, come a suggerir il nuovo canto"...

Breve biografia
Nacque verso il 540 dalla famiglia senatoriale degli Anici e alla morte del padre Gordiano, fu eletto, molto giovane, prefetto di Roma. Divenne poi monaco e abate del monastero di Sant'Andrea sul Celio.

Eletto Papa, ricevette l'ordinazione episcopale il 3 settembre 590. Nonostante la malferma salute, esplicò una multiforme e intensa attività nel governo della Chiesa, nella sollecitudine caritativa, nell'azione missionaria.

Autore e legislatore nel campo della liturgia e del canto sacro, elaborò un Sacramentario che porta il suo nome e costituisce il nucleo fondamentale del Messale Romano. Lasciò scritti di carattere pastorale, morale, omiletico e spirituale, che formarono intere generazioni cristiane specialmente nel Medio Evo. Morì il 12 marzo 604. (Avvenire)

Pensieri di San Gregorio Magno
  1. Nessuna prosperità ci seduca con le sue lusinghe, perché sciocco è quel viaggiatore che durante il suo percorso si ferma a guardare i bei prati e dimentica di andare là dove aveva intenzione di arrivare.- Che cosa possono ignorare coloro che conoscono Colui che sa tutto?
  2. Nessuna prosperità ci seduca con le sue lusinghe, perché sciocco è quel viaggiatore che durante il suo percorso si ferma a guardare i bei prati e dimentica di andare là dove aveva intenzione di arrivare.
  3. Il Signore manda a due a due i discepoli a predicare, perché sono due i precetti della carità: l'amore di Dio e l'amore del prossimo. Non deve assolutamente as-sumersi il compito di predicare chi non ha la carità verso gli altri.
  4. L'amore di Dio induce all'amore per il prossimo e l'amore del prossimo a quello per Dio.
  5. Gli esempi, nella maggior parte dei casi, colpiscono più delle parole della ragione.
  6. Non preoccupatevi di quel che avete ma di quel che siete.
  7. Cerca di meditare ogni giorno le parole del tuo creatore. Impara a conoscere il cuore di Dio nelle parole di Dio, perché tu possa desiderare più ardentemente i beni eterni e con maggior desiderio la tua anima si accenda per i beni del cielo.
  8. Se non ascoltate Dio nella sua umiltà, sarete costretti ad ascoltarlo nella sua potenza e severità.
  9. Noi abbandoniamo il ministero dell'evangelizzazione e siamo chiamati sacerdoti, ma forse piuttosto a nostra condanna, dato che possediamo il titolo onorifico e non le qualità…
  10. La vera umiltà consiste nel giudicare limitati i propri meriti e nel riconoscere i pregi degli altri, senza invidia e senza livore.
  11. Il cieco desidera dal Signore non del denaro, ma la luce. Senza di questa, tutto il resto gli sembra di ben poco valore. Imitiamo costui di cui abbiamo sentito parlare (Cfr Lc 18, 35-43), per essere illuminati esteriormente e interiormente. Non chiediamo al Signore ricchezze evanescenti, beni terreni, onori effimeri, ma la luce. Non quella luce che finisce con il giorno, che è limitata a un solo luogo, che si affievolisce con il giungere del temporale o della notte; non quella luce che gli animali vedono come noi; preghiamo invece per ottenere la Luce che vedono gli angeli, quella Luce che non conosce inizio e che il tempo non potrà mai spegnere.
  12. Nessuna prosperità ci seduca con le sue lusinghe. Sciocco è quel viaggiatore che durante il suo percorso si ferma a guardare i bei prati e dimentica di andare là dove aveva intenzione di arrivare.
  13. Impara a conoscere il cuore di Dio nella sua parola, onde tu giunga a sospirare più ardentemente le cose eterne, e la mente ti si accenda di maggior desiderio dei gaudi celesti.
  14. Non è veramente umile colui che capisce di dovere stare alla guida degli altri per decreto della volontà divina e tuttavia disprezza questa preminenza. Se invece è sottomesso alle divine disposizioni e alieno dal vizio dell’ostinazione ed è già prevenuto con quei doni coi quali può giovare agli altri, quando gli viene imposta la massima dignità del governo delle anime, egli col cuore deve rifuggire da essa, ma pur contro voglia deve obbedire.
  15. La sapienza di questo mondo sta: nel coprire con astuzia i propri sentimenti, nel velare il proprio pensiero con le parole, nel mostrare vero il falso e falso il vero. Al contrario la sapienza del giusto sta: nel fuggire ogni finzione, nel manifestare con le parole il proprio pensiero, nell’amare il bene così com’è, nell’evitare ogni falsità, nel donare gratuitamente i propri beni, nel sopportare più volentieri il male che farlo, nel non cercare di vendicarsi delle ingiurie, nel ritenere un guadagno l’offesa subita a causa della verità. Ma questa semplicità del giusto viene derisa, perché la purezza d’intenzione è creduta stoltezza dai sapienti di questo mondo. Infatti tutto ciò che si fa con innocenza, è ritenuto da questi senz’altro una cosa stolta; e tutto ciò che la verità approva nell’agire, suona come sciocchezza per la sapienza di questo mondo.
 
Preghiere a San Gregorio Magno
O Dio, che governi il tuo popolo con la soavità e la forza del tuo amore, per intercessione del papa san Gregorio Magno, dona il tuo spirito di sapienza a coloro che hai posto maestri e guide nella Chiesa, perché il progresso dei fedeli sia gioia eterna dei pastori. Per il nostro Signore.
      Padre del popolo cristiano, vicario della carità di Cristo e della sua autorità, Pastore vigilante, il popolo cristiano che amasti e servirti così fedelmente si rivolge a te fiducioso.
      Tu non hai dimenticato il gregge che serba di te un sì caro ricordo; ascolta dunque oggi la sua preghiera.
      Proteggi e guida il Pontefice attualmente regnante sulla cattedra di Pietro e tua; illumina i suoi consigli, rinsalda il suo coraggio.
      Benedici tutta la gerarchia dei Pastori, che deve a te sì ammirabili precetti ed esempi.
      Aiutala a conservare con inviolabile fermezza il deposito della fede; soccorrila negli sforzi che fa per il rinnovamento della disciplina ecclesiastica, senza la quale regna il disordine e la confusione.
      Tu, che fosti eletto da Dio a regolare il servizio divino, la santa Liturgia, nella cristianità, favorisci il ritorno alle tradizioni della preghiera che un tempo s’erano affievolite in mezzo a noi e minacciavano di scomparire, e stringi sempre più il vincolo vitale delle Chiese mediante l’obbedienza alla Cattedra Romana, fondamento della fede e sorgente dell’autorità spirituale.
        Grande e saggio San Gregorio, a te erano care le parole dei Salmi, e in questo momento di dolore voglio ripetere con te: «Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato? Lontane dalla mia salvezza le parole del mio grido! Mio Dio, grido di giorno e non rispondi; di notte, e non c’è tregua per me». Beato papa Gregorio, anch’io voglio essere salvato, anch’io non voglio essere abbandonato. Ripongo in te la mia fiducia, perché confido nella tua intercessione, per essere liberato da tutti i mali che mi affliggono. Amen.